Nel 1959, il grande filosofo Bertrand Russell venne intervistato dalla Bbc. In chiusura del faccia a faccia, l’intervistatore gli chiese: “Supponiamo, lord Russell, che questo filmato venga trovato dai nostri discendenti tra mille anni come i manoscritti del Mar Morto. Cosa pensa varrebbe la pensa di dire a quella generazione riguardo alla vita che lei ha vissuto e alle lezioni che ha appreso da essa?”
La risposta di Russell è un condensato di saggezza morale che vale la pena di trascrivere e tramandare alle generazioni future, poiché in poche parole contiene il seme del senso della vita umana:
Mi piacerebbe dire due cose, una intellettuale e una morale. Quella intellettuale è questa: quando stai studiando un qualunque argomento o valutando qualunque filosofia, chiedi a te stesso soltanto: “Quali sono i fatti? Qual è la verità che contengono?”. Non lasciarti mai sviare né da ciò che vorresti credere, né da ciò che potrebbe produrre vantaggi se fosse creduto, ma guarda solo e soltanto i fatti. Questo è il messaggio intellettuale che vorrei trasmettere.
Il messaggio morale è molto semplice: l’amore è saggio, l’odio è folle. In questo mondo che diventa sempre più interconnesso, dobbiamo imparare a tollerarci, dobbiamo imparare ad accettare il fatto che qualcuno dica cose che non ci piacciono. Solo così possiamo vivere insieme. Se vogliamo vivere insieme e non morire insieme, dobbiamo imparare una qualche forma di carità e tolleranza, che sono assolutamente vitali per la prosecuzione della vita umana su questo pianeta.
Russell, il cui nome completo era Bertrand Arthur William Russell, III conte Russell di Bedford, nacque a Trellech, nel Galles, il 18 maggio 1872 e morì a Penrhyndeudraeth il 2 febbraio 1970. Oltre ad essere un illustre filosofo, logico e matematico, fu anche un grande divulgatore e un attivo esponente del movimento pacifista. Come riporta Wikipedia, “riteneva che il miglior governo fosse una federazione mondiale tra stati liberi. Si oppose alla partecipazione del Regno Unito alla prima guerra mondiale. Per la sua posizione fu prima allontanato e poi perse la cattedra al Trinity College dell’Università di Oxford; infine fu incarcerato per sei mesi nella prigione di Bixton in quanto ‘dissidente'”.
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