1. eBay (5 anni)
La leggenda narra che nel lontano 1995, quando Pierre Omidyar riuscì a vendere dal suo sito personale un puntatore laser rotto per 14,83 dollari, rimase così stupito da contattare l’acquirente per chiedergli se avesse capito bene cosa stava per acquistare. La risposta che ricevette (“Certo, io colleziono puntatori laser rotti”) gli fece scattare la scintilla per creare il più grande sito di aste del mondo, la mecca di ogni collezionista e di ogni venditore. Fino al 1997, il sito si chiamava AuctionWeb. Il nome scelto da Omidyar era EchoBay, ma il dominio relativo era già occupato, per cui dovette “accontentarsi” di eBay. nel 2013 la società ha fatturato più di 16 miliardi di dollari. La versione italiana del sito sarà lanciata solo a gennaio del 2001.
2. Apple Store (6 anni)
Il primo negozio dedicato al culto della Mela venne inaugurato da Steve Jobs in persona a Tysons Corner, in Virginia. Il primo paese ad ospitare un Apple Store al di fuori degli Stati Uniti è stato il Giappone, nel 2003. L’anno successivo il tempio del Mac è sbarcato in Europa, precisamente in Regent Street, a Londra. Il primo Apple Store italiano è stato inaugurato nel 2007 a Roma.
3. Amazon (15 anni)
Jeff Bezos fondò la sua liberia online nel 1994 col nome di Cadabra.com. Le attività iniziarono nel 1995. Fino al primo trimestre del 2002 l’azienda non fece profitti, ma da allora la crescita è stata tumultuosa, grazie soprattutto alla diversificazione dell’offerta che ha trasformato un negozio di libri online nel leader incontrastato del commercio elettronico. I primi siti internazionali, Amazon.uk e Amazon.de, vennero lanciati nel 1998. Lo sbarco in Italia risale al 2010.
4. Mtv (16 anni)
“Ladies and gentleman, rock and roll!”. L’urlo con cui John Lack lanciò la messa in onda della sua tv dedicata alla musica risuonò nelle case degli americani il primo agosto 1981. Fu l’inizio di una rivoluzione per la musica e per alcune generazioni di adolescenti. Le prime trasmissioni di Mtv in Italia risalgono al 1997, quando sulle frequenze dell’allora Rete A apparvero per la prima volta “VJ” destinati a un futuro radioso, come Victoria Cabello e Andrea Pezzi.
5. Ikea (31 anni)
L’azienda fondata nel 1943 da Ingvar Kamprad inizialmente vendeva, soprattutto per corrispondenza, penne, portafogli, orologi, calze. I mobili appavero solo alcuni anni dopo. Il primo negozio Ikea aprì le porte a Stoccolma nel 1958. Il primo punto vendita fuori dalla Svezia fu inaugurato a Oslo, in Norvegia, cinque anni dopo, nel 1963. Dovranno passare altri 26 anni perché i mobili Ikea sbarchino in Italia: a Milano, nel 1989
6. McDonald’s (45 anni)
I ristoranti McDonald’s sono l’emblema della globalizzazione. L’Economist usa addirittura il prezzo del Big Mac come misura internazionale del potere d’acquisto. Ma l’Italia è stata uno degli ultimi paesi europei a essere conquistato dall’impero degli hamburger: il primo ristorante McDonald’s in Italia venne aperto a Bolzano nel 1985, 14 anni dopo lo sbarco in Europa (Amsterdam, 1971) e ben 45 anni dopo la nascita del primo ristorante, nel 1940
7. H&M (51 anni)
Fondata nel 1947, all’inizio si chiamava “Hennes” (“per lei” in svedese) e vendeva solo abiti femminili. Il primo storico punto vendita di Stoccolma venne aperto nel 1952. L’attuale denominazione risale al 1968, quando il fondatore Erling Persson acquistò Mauritz Widforss, un negozio di Stoccolma dedicato all’abbigliamento maschile. La prima nazione non scandinava colonizzata fu l’Inghilterra, nel 1976. L’arrivo in Italia, a Milano, avvenne soltanto al 2003.
8. KFC (54 anni)
La storia di come il colonnello Harland Sanders trasformò un ristorante nato in una stazione di servizio nel bel mezzo della Grande Depressione in uno dei marchi più fortunati del mondo è degna dei migliori stereotipi sull’American Dream. Ma nonostante i 13mila ristoranti aperti in più di 80 paesi, per oltre mezzo secolo i polli fritti del colonnello Sanders non sono riusciti a conquistare l’Italia. Esclusa una breve parentesi a Napoli nei primi anni Settanta, gli unici fortunati che hanno potuto mangiare pollo fritto del Kentucky al di qua delle Alpi sono stati i soldati e i civili americani di stanza nelle basi Usa. Solo nel 2014, finalmente, KFC ha aperto i primi ristoranti a Roma e Torino
9. Starbucks (mai!)
Può un marchio che ha l’ambizione di portare la cultura del caffè italiano in giro per il mondo funzionare proprio nella patria dei bar che servono tazzine di espresso ad ogni angolo di strada? Secondo Howard Schulz, presidente e amministratore delegato della catena di caffetterie fondata nel 1971 a Seattle, no: “Agli italiani non piacciono le tazze di plastica, poiché essi non considerano neanche la possibilità di prendere il caffè fuori dal bar, bevendoselo mentre camminano o guidano”, giura Schulz. Per questo, nonostante le continue e insistenti indiscrezioni che vorrebbero uno sbarco imminente di Starbucks a Milano, Roma o Venezia, è molto probabile che i barattoli verdi che fanno ormai parte dell’arredo urbano di 58 paesi, qui da noi non arriveranno mai.
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